Castello di Scovolo

in molti documenti medievali si parla di questo famigerato castello, che doveva essere di imponenti dimensioni e sorgeva nei pressi del lago, sembra sul promontorio di San Fermo, dove tutt’ora esiste la chiesa di San Fermo.

Il castello di Scovolo viene nominato in numerosi documenti, la prima volta in un diploma di Carlomanno ai monaci Zenoniani di Verona nel 879, con il quale venivano riconosciuti ai monaci i “diritti di pesca e pascolo, sino alle sponde di Manerba e Scovolo …”; altre notizie si trovano nel 1156 in un diploma di Federico I Barbarossa con il quale dichiara che gli abitanti ed il territorio di Scovolo era sotto la sua protezione; nel 1 novembre 1221 Federico II conferma i diritti di Scovolo riconosciuti dal suo predecessore. Un documento del 1387, il “Catalogo dei Fuochi dei Comuni della Riviera” del 1387 riporta che quello di Scovolo comprendeva le terre di San Felice, Portese, Tromegnane, Cisano, questo fino alla successiva suddivisione del 1408; altre menzioni sono fatte da Silvan Cattaneo da Salò nella sua opera del 1553 ma stampata solo nel 1745 “Salò e la sua Riviera”, da Bongianni Grattarolo nella sua “Istoria della Riviera di Salò” del 1599 e da vari altri ancora. Francesco Bettoni, nella sua “Storia della Riviera di Salò”, narra che nel 1275, quando a Brescia venne eletto vescovo Berardo Maggi, Scovolo imbracciò le armi scacciando i bresciani e decidendo di darsi ai signori di Verona e Mantova ma, quando Brescia riconquistò le terre insorte, atterrò i loro castelli ordinando che non venissero mai più ricostruiti, come confermato nella pace di Montichiari del 1279; Giuseppe Brunati però, nel suo “Dizionarietto degli uomini illustri della Riviera di Salò …”, parlando di Paterno da Scovolo,  scrive: “Dal castello di Scovolo, rinomato ne’ secoli medj, distrutto per oragano nel 1222, …”

Dai rilievi eseguiti in più occasioni, partendo da quelli eseguiti nel 1838 dal sacerdote Quinto Brunelli e continuando con quelli del gruppo archeologico ASAV, risultano numerosi elementi di origine romana, ma non quelli di origine medievale, il ché contrasta con l’ampia documentazione storica che narra del castello. Rimane comunque che sul promontorio di San Fermo vi sono i resti di possenti mura e di fondazioni che potrebbero giustificare i documenti.