I Gonzaga

I Gonzaga e il lago di Garda. I rapporti della famiglia di duchi di Mantova con il vicino Lago di Garda e la Magnifica Patria.

Fausto Lechi nel suo “Dimore bresciane, cinque secoli di storia” ci racconta: “I Gonzaga, e con loro tutti i Mantovani, hanno sempre quardato con amore al lago di Garda, il lago di Virgilio; fu la grande Isabella ad iniziare nel 1490 le soste riposanti sulla luminosa Riviera, ma la possibilità di possedere quei paesi “tanto sospirati dai Gonzaga come sbocco indispensabile per Mantova sul lago” rimase sempre un sogno per lei, superba sognatrice dal motto: PER UN DESIR, e per i suoi tanto diversi discendenti. La Serenissima vigilava gelosamente a conservare intatto il suo corridoio verso le province occidentali di terraferma. Il duca Guglielmo sul lago fece lunghe soste, fra Toscolano e Maderno, ma fu suo figlio Vincenzo, “grande scialacquatore …. sempre involto fra il lusso e gli amori” che iniziò gli acquisti in Maderno nel 1594 e li continuò negli anni successivi sino a possedere nel 1602 cinque case e parecchie pezza di terra nel posto dove poi doveva sorgere il palazzo con le sue adiacenze. Copiosissime note storiche si possono leggere in un volumetto di Guido Lonati ed in un manoscritto assai particolareggiato di Claudio Fossati. Da essi possiamo riassumere  che il complesso degli edifici gonzagheschi era formato da un palazzo vecchio (la prima abitazione sorgente a nord del cavalcavia in contrada di mezzo) dal palazzo vero e proprio (a sud di detto cavalcavia) cinto da vastissimi “serragli”, ma del quale non esistono che muri diroccati e inclusi in fabbriche più recenti “povero mozzicone di fabbrica” come lo definisce il Lonati; e infine l’antico convento dei serviti sulla collina, ridotto a palazzina. L’odierno giardino, che discende dalla collina sino a giungere a fianco della villa che abbiamo descritto (palazzo Bulgheroni), non è che il resto, che ha subito molte modifiche, degli antichi “giardini” che scendevano sino ad unirsi col grande giardino, ricolmo di tutti i fiori e le essenze mediterranee che crescono nel mite clima della Riviera, e che allora giungeva sino alla sponda del lago. Rimandiamo ai due scritti, molto interessanti che abbiamo citato, i lettori che volessero conoscere come si formarono i palazzi dei Gonzaga, quale vita di piaceri di lusso e di bagordi vi trascorsero i duchi di Mantova delle ultime generazioni sino alla extinzione della famiglia, dal 1612 al 1708 da Vincenzo cioè, il primo costruttore a Ferdinando Carlo l’ultimo, morto a Padova consunto per gli stravizi. I palazzi avevano subito per parecchi anni l’abbandono e poi le prime distruzioni durante la guerra del Monferrato, il sacco di Mantova e la pesta del 1630, ma vennero restaurati del duca Carlo II per ricadere nell’abbandono con la fine del 1708. I beni dei Gonzaga vennero disgregati e passarono in varie proprietà finchè la parte maggiore venne nelle mani di un ricco mercante di Toscolano tale Bortolo Candellini nel 1724. Ritornò allora un periodo di relativo splendore per i palazzi e fu in quegli anni di respiro che vennero visitati da Lady Montague la quale ne tracciò una delle sue solite enfatiche descrizioni. Essa ci dice però che in quell’anno “un riche negotiant l’entreetient dans sa beauté” che il giardino “est dans le genre de ceux de Lenotre (nientemeno)” e il mobilio è del migliore gusto di Parigi. Si noti che in un inventario del 1707 non si parla che di distruzione. Vi è tuttavia in questo inventario una notizia assai interessante che riguarda, crediamo, il palazzo che abbiamo descritto in questa scheda. Nella fine dell’inventario si dice che “è ristata illesa la casa che ha per confiniil palazzo nuovo di S.A. Serenissima, la strada comunale e il giardino …” Furono i Candellini a salvare questa casa? E’ molto probabile. Fu per qualche fortunata occasione che la casa non seguì le sorti dei palazzi e si salvò. Perchè i palazzi, dopo la rovina dei Candellini, passarono di nuovo in varie mani finchè il palazzo “nuovo “, il più importante, cadde in quelle fatali del dott. Ghiselli che, nel 1819 “trovandosi alquanto infermo di mente” lo demolì quasi per intero nella speranza di trovare chissà quale tesoro. Il Ghiselli si rovinò e quei poveri resti furono nel 1894 comperati da una signora inglese Mary Colley Morice, la quale forse sperava di restaurare una parte del palazzo. Ma non se ne fece nulla. Di tutto un complessodi splendide dimore non rimane che una bella casa che non fu mai dei Gonzaga. Attualmente la villa è di proprietà Bulgheroni.