Palazzo Appiani Spazzini

Il palazzo di notevoli dimensioni si trova fuori dal centro storico in posizione elevata su una collina morenica in località Cortellazzo

Palazzo Appiani Spazzini (XVI secolo): La struttura è di un vecchio palazzo a pianta quadrata, quasi di castello; verso nord-est rimane una torre con balconcino che può ancora indicare quale fosse la forma del passato.

Oggi tutto è stato rifatto con un disastroso falso gotico del secolo scorso. Se non fosse per la planimetria quadrata dell’insieme, per certe finestre del piano terra che si aprono sui muri perimetrali e infine per quella torretta d’angolo a monte mattina, anch’essa sofisticata nel secolo scorso sino alla corona di piccoli inutili merli, non si direbbe che questa fu la sede, per quattro secoli, di una nobile famiglia. Quale testimonianza dell’antica dimora è rimasto un bel camino in marmo con due cariatidi di figura femminile, che portano due capitelli jonici e un’architrave di ottimam fattura. Essa è tuttavia una dimora interessante che si innalza sopra un piccoo colle morenico affacciato alla pianura. Fu costruito il primo nucleo da Lanterio Appiani o da suo figlio Gio. Battista nel secolo XV e da allora questa casa rimase sempre nei tre rami discendenti da Lanterio, da Gio. Battista e da Timoteo. Era, come vedesi, una piuttosto magra su terreni senza irrigazione (allora non si potevano costruire i pozi profondi con orribili alti serbatoi) e magra rimase anche, quando circa dopo ottant’anni i due rami si spensero e rimasero paadroni del “mont dei Pià”, come allora chiamavasi, i cinque figli di Scipione e i quattro di Lantero. Carlo (n. 1685) di Gio. Battista q. Scipione fu l’unico che continuò la famiglia con la nob. Teresa Zola e dei loro figli fu Gio. Battista (n. 1724) che, sposando la nob. Marianna Maffei q. Nicola ebbe parecchi figli ma tutti senza successione e così si spense questo ramo. L’altro ramo quello di Lantero, ebbe questa linea di successioni: Pompeo (n. 1647) sposò la nob. Leonora Luzzago e fu padre di Gio. Battista (n. 1689) marito della nob. Laura Coriani. Da questi nacque Camillo (n. 1734) sposo di Angela Mompiani e padre di ben otto figli, anche questi rimasti senza successione. Questa casa, come quella di città fu venduta dagli eredi. Nel 1851 il nob. Luigi Della Vita lasciò la casa alla figlia Luisa sposa dell’on. Romanelli che la vendette ai fratelli Piero e Giovanni Beccaguti da Breno (autori del restauro). La figlia di Piero sposò il colonnello Pedrazzi. Gli eredi di questi vendettero al sig. Egidio Spazzini padre degli attuali proprietari Cesare e Giulio. Nel bel cascinale sopra una porta sotto il portico uno stemma non bresciano: spaccato nel primo due colombe affrontate e nel secondo un’arpia.

Palazzo Appiani Ciliverghe MazzanoPalazzo Appiani Spazzini

Palazzo Appiani Spazzini – Fonti Fausto Lechi, “Dimore Bresciane, in cinque secoli di storia”