Le quadre di Brescia

Con l’avvento del Comune, dopo l’anno Mille, la città ha iniziato a svilupparsi oltre le antiche mura romane e, nel XV secolo, la cinta di mura è già quella che verrà sistemata con l’aiuto della Serenissima verso la fine secolo. Le mura di cinta di quel tempo erano alti e larghi terrapieni sostenuti da alti muri in pietra, simili agli argini dei fiumi, circondate da un largo e profondo fossato; non essendovi ancora l’artiglieria, questi erano sufficienti ad ostacolare i nemici. Le porte delle mura erano, come quelle dei castelli, munite di rivellino, ponte levatoio, saracinesca, postierla, androne d’ingresso sormontato dalla torre e con pochi locali attorno, sede del piccolo distaccamento di soldati.

Le quadre di Brescia, la cittadella vecchia e la cittadella nuova.

La “cittadella vecchia” era la parte di città che si trovava entro le mura romane e i suoi limiti erano: a nord via Sant’Urbano, a sud una linea intermedia tra via Toso e corso Magenta, a ovest via Mazzini e a est le mura. Questa zona era quella dove, fino al Quattrocento, c’erano le case delle famiglie nobili, zona che non ha subito forti cambiamenti e dove le strade sono più strette. Dal XVI secolo però i nobili preferirono costruire le loro abitazioni nelle altre quadre, avendo a disposizione strade più larghe e maggiore spazio per i loro palazzi. Fino al Quattrocento la gente andava a piedi o a cavallo, i carri che circolavano erano stretti e adatti al trasporto di limitate quantità di prodotti, quelli attrezzati per il trasporto di persone erano rari, quindi le strade della cittadella vecchia come via Musei, via Cattaneo o via Trieste, per il tempo erano comode e larghe.

La “cittadella nuova”, costruita nel XIV secolo dai Visconti, comprendeva anche il castello, che si raggiungeva tramite la scalinata di via delle Barricate, era rimasta solo di nome, fisicamente le porte erano aperte e gradualmente verrà smantellata, però nessuna famiglia bresciana vi costruirà casa fino a tutto il XV secolo. Prima della sua delimitazione con mura, vi era un’unica cittadella, chiamata anche contrada di Santo Stefano.

Le prime quadre di Brescia ad essere preferite nel Quattrocento per la costruzione delle case delle famiglie nobili erano: le prime due di San Faustino, attorno alla chiesa del Carmine e alle pendici del Cidneo in contrada Santa Chiara; le prime due di San Giovanni, fatto che spiega l’esistenza anche qui di strade strette. Solo nel Cinquecento si costruirono palazzi al di fuori di queste zone.

Quadre di San Faustino: l’area a ovest del castello compresa tra via Silvio Pellico a nord, corso Garibaldi  fino a tutta piazza della Loggia a sud, via Calatafimi a ovest e le pendici del Cidneo con via del Castello a est; quest’area si suddivide poi in sei quadre.

Prima quadra di San Faustino, da piazza della Loggia fino a piazza Tito Speri a sud a rua Confettora e vicolo San Giorgio a nord, da via San Faustino a ovest a via Barricate a est; era un quartiere di carattere popolare e, in qualche vicolo, piuttosto malfamato.

Seconda quadra di San Faustino, da rua Confettora e vicolo San Giorgio a sud a quelle che erano le mura in via della Rocca a nord, da via San Faustino a ovest a via del Castello a est; la più ricercata per le residenze.

Terza quadra di San Faustino, da via San Faustino a est a via delle Battaglie a ovest e da quelle che erano le mura di via di Porta Pile a nord alla contrada del Carmine a sud.

Quarta quadra di San Faustino, dalla contrada del Carmine a nord a corso Mameli a sud, da via san Faustino a est a via delle Battaglie a ovest.

Quinta quadra di San Faustino, da via delle Battaglie a est a quelle che erano le mura di via Calatafimi a ovest, dalle mura di via di Porta Pile a nord alla contrada del Carmine a sud.

Sesta quadra di San Faustino, dalla contrada del Carmine a nord a via Elia Capriolo a sud, da via delle Battaglie a est a quelle che erano le mura di via Calatafimi a ovest.

Settima quadra di San Faustino, da via Elia Capriolo a nord a corso Garibaldi a sud, da via delle Battaglie a est a quelle che erano le mura di via Calatafimi a ovest.

Quadre di San Giovanni: l’area a sud-ovest della cittadella nuova, da piazza della Loggia, corso Mameli e corso Garibaldi a nord, a quelle che erano le mura di via Vittorio Emanuele II a sud; a est da via X giornate e la sua immaginaria continuazione verso sud a quelle che erano le mura di via dei Mille a ovest. Quest’area era divisa in sei quadre.

Prima quadra di San Giovanni, la zona degli affari e dei mercati; da piazza della Loggia a nord a corso Palestro a sud, da via X Giornate a est a via Fratelli Porcellaga a ovest.

Seconda quadra di San Giovanni, da corso Mameli a nord a corso Palestro a sud, da via Fratelli Porcellaga a est a via della Pace a ovest.

Terza quadra di San Giovanni, da corso Garibaldi a nord a via Cairoli a sud, da via della Pace a est ai bastioni di quelle che erano le mura di via dei Mille.

Quarta quadra di San Giovanni, compresa tra via Cairoli a nord, via dei Mille a ovest, corso Martiri della Libertà e corso Palestro a sud ed est .

Quinta quadra di San Giovanni, da corso Palestro a nord a quelle che erano le mura di via Vittorio Emanuele II a sud, da corso Martiri della Libertà a ovest a contrada del Cavalletto a est.

Sesta quadra di San Giovanni, da corso Palestro a nord a quelle che erano le mura di via Vittorio Emanuele II a sud, a ovest da contrada del Cavalletto fino all’immaginaria continuazione di via X Giornate verso mezzogiorno a est.

Quadre di Sant’Alessandro: l’area compresa tra la cittadella vecchia a nord e quelle che erano le mura a sud ed est; divisa in due quadre.

Prima quadra di Sant’Alessandro, delimitata a nord da corso Zanardelli, via Antiche Mura e una linea intermedia fra via Toso e corso Magenta, a sud da quelle che erano le mura; a ovest dall’immaginaria continuazione a sud di via X Giornate, a est da una linea immaginaria verticale che passava circa venti metri a destra di via Crispi.

Seconda quadra di Sant’Alessandro, delimitata a ovest da quest’ultima linea immaginaria, a nord dalla linea intermedia fra via Toso e corso Magenta, a sud e ad est da quelle che erano le mura di via XXV Aprile e via Spalto San Marco.

Il Fé ha scritto che: «ogni quadra  era  autonoma  nell’amministrazione   del   proprio   patrimonio,   aveva   un   consiglio   generale   dei Vicini  ed  uno  parziale  degli  amministratori  con  cancelleria,  corpi  morali  riconosciuti; erano gelosi dei loro diritti». Le contrade indicavano una certa zona delle quadre che comprendeva vie e abitazioni e prendevano il nome da chiese, fontane, famiglie, corporazioni, ecc.