Rocca di Garda

Ad essa si deve il toponimo Garda impiegato inizialmente con riferimento alla località e successivamente all’intero lago in sostituzione del ben più antico nome latino di Benaco.

Rocca di Garda: sulla cima dell’altura sono stati fatti ritrovamenti che testimoniano l’utilizzo del luogo sin dai tempi dell’età del bronzo con anche testimonianze anche di epoca romana. Però è solo con la fortezza costruita tra la fine del V e l’inizio del VI secolo che questo luogo ha cambiato il nome all’intero lago.

Dagli studi archeologici eseguiti sulla sommità risulta che verso la metà del V secolo vi fossero delle case costruite con una tecnica povera, simile a quelle presenti anche nella zona della pieve di Manerba; edifici con la base in pietra e pareti composte da legni e terra o argilla. Di questo periodo sono stati trovati parecchi frammenti di contenitori provenienti dall’area africana e dalla Turchia, elementi che fanno pensare ad un buon livello economico degli abitanti.

In seguito, tra la fine del V e gli inizi del VI secolo sembra ci sia stata una generale riorganizzazione dell’area con l’abbandono delle strutture abitative, la costruzione di un edificio di culto e la creazione di un grande edificio planimetricamente complesso situato nella parte occidentale del pianoro, verso lo strapiombo sul lago; che corrisponderebbe alla fortezza. L’edificio di culto costruito in prossimità della porta di accesso della fortezza, risulta essere stato una chiesa ad aula unica con abside semicircolare, con pavimentazione a mosaico con tessere policrome e le pareti con dipinti; sia all’interno che all’esterno della chiesa, sono state trovate delle tombe.

Successivamente, sulla base degli scarsi elementi a disposizione, sembra probabile che in un periodo compreso tra l’XI e il XII secolo la chiesa sia stata abbandonata e l’edificio riutilizzato per altre funzioni tra cui quelle cimiteriali. Nel 1193 l’imperatore Enrico VI cede la rocca di Garda alla Città di Verona per 700 marche d’argento, ma sembra poi che all’inizio del XIII secolo la rocca sia stata demolita dai veronesi per ignoti motivi. L’area dovrebbe essere stata abbandonata tra il XIV ed il XV secolo, per poi essere utilizzata per fini agricoli con una distruttiva “rasatura” del terreno e conseguente mescolamento e spargimento degli elementi archeologici rimasti.

Legata alla storia della rocca c’è quella, intrecciata con fantasticherie, della regina Adelaide di Borgogna, vedova di Lotario II ed in seguito imperatrice. Nel 947 Adelaide sposa Lotario, ma questi muore avvelenato nel 950, probabilmente da Berengario II il quale cerca poi di farla sposare al suo primogenito Adalberto, ma lei si rifiuta; viene quindi imprigionata prima nella rocca di Lierna sul lago di Como ed in seguito nella rocca di Garda, dalla quale però riusce a fuggire per riparare a Reggio nella rocca di Canossa, da dove chiede aiuto al re Ottone I di Germania che scende in Italia e dopo averla liberata, la sposa a Pavia nel 951. L’anno successivo lei e re Ottone scendono a Roma dove vengono incoronati imperatori. Per quanto riguarda la fuga dalla rocca di Garda, la leggenda narra che dopo mesi di prigionia e solitudine, interrotta solo dalle visite di frate Martino, riesce a fuggire attraverso un cunicolo scavato dal frate che porta ad un riparo chiamato ora “grotta di Adelaide”, scesa poi a lago, con la barca di un pescatore abbia raggiunto la zona di Sirmione, attraversato la selva di Lugana e poi sia arrivata alla rocca di Canossa presso Reggio.