Castello di San Felice del Benaco

Castello di San Felice sorto dopo l’atterramento del famoso castello di Scovolo e di Manerba ad opera dei bresciani nel 1279

Castello di San Felice il Lechi ne scrive: “Dopo quella distruzione dei due castelli, così assoluta che più alcuna traccia ne rimane se non forse delle fondamenta che potrebbero essere ricercate, dopo pochi decenni gli uomini di Scovolo, dispersi, crearono i luoghi di Portese e il castello di S. Felice che si chiamò di Scovolo in ricordo dell’antico, glorioso castello. Esso appare per la prima volta in un documento dei conti di caastelbarco che nel 1331 vennero per brevissimo tempo investitidella signoria di questi luoghi ivi compreso “castrum et terram de Scovolo sive S.Felice”. E’ ricordato poi dal Soldonell’anno 1438 quando il Piccinino, impadronitisi di manerba e S.Felice ne fece la base per le sue scorrerie nel territorio attorno a Brescia; e poi anche l’altro condottiero visconteo Tallinao del Friuli, dopo aver “rubati, brusati et desfati” i poveri abitanti, vi combattè “forte battaglia”. Durante la guerra di ferrara nel 1483 si provvide alle difese del castello ma nel nuovo secolo, scatenatasi fra noi la furia francese, dopo la battaglia della Ghiaradadda, della Riviera fu investito il cardinale d’Amboise che ordinò la distruzione dei castelli e fra questi anche quello di S. Felice: Ritornato il dominio veneto si provvide alla ricostruzione nel 1521 “a spese comuni” e dopo di allora, salvo alcune scorribande di armati tedeschi nel 1528 comandati dal duca di Brunswick, non ebbe più a soffrire assalti e distruzioni. Ci pensò il tempo e l’incuria delle popolazioni a ridurre nello stato attuale il povero castello.

Invero non doveva trattarsi di un complesso molto ampio, perchè, compresi i terrapieni, avrà misurato circa sessanta metri per lato, essendo di pianta quadrata. Oggi nell’antico recinto è racchiuso il camposanto continuando così gli abitanti a seppellire i loro morti là dove venivano inumati anche anticamente, cioè attorno alla chiesetta di S.Felice e S. Naborre, allora parrocchiale. Della cinta antica non rimangono che le tracce del lato sud e dello spigolo sud-ovest, dove ancora si scorge la base di una torre, il terrapieno a sera e a monte e, unico resto ben visibile, la torre dello spigolo sera-monte, alta slanciata. Essa termina con un coronamento di piccole piombatoie ed ha verso la base una fenditura, che sembrerebbe un colpo di fulmine. Nel vano della torre vi sono le sepolture dei caduti delle ultime guerre. Nella mappa napoleonica è segnata una torre a metà del lato di sera, oggi scomparsa: inoltre è probabile che una torre sorgesse al posto dell’attuale campanile poichè esso s’innalza proprio sull’ingresso odierno, che sarà stato anche l’ingresso antico del castello.

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