Palazzo Maggi Cigola Fenaroli

Il palazzo si trova nella cittadella vecchia di Brescia, quadra corrispondente all’antica Brixia romana e sede, sin dall’età comunale, delle dimore delle famiglie filo-ghibelline.

Palazzo Maggi Cigola Fenaroli sembra a prima vista un unico grande palazzo del Cinquecento, mentre invece si tratta di due edifici di epoche diverse.

Non si sa esattamente quando la parte originaria di palazzo Maggi sia stata modificata nelle attuali forme cinquecentesche, si suppone su progetto di Lodovico Beretta; si sa che nel XV secolo Ugolotto Maggi, discendente di Federico, fratello del vescovo Berardo Maggi, abitava in quest’area e nel 1517 Giacomo Maggi la definisce “casa ruinada dagli Spagnoli”, mentre risulta in costruzione nel 1534 e 1538. Sembra che i tre lati a porticato con loggia soprastante del cortile interno siano della prima fase costruttiva del 1534 attribuibile a Giacomo, mentre la facciata risulta essere posteriore, tra il 1560-70 e attribuibile al figlio Giovanni.

I Cigola, ricca famiglia di proprietari terrieri della bassa pianura, e già proprietari dell’edificio confinante a est, comprano il palazzo da Giovanni Maggi nel 1627, modificando il loro precedente edificio con le forme di palazzo Maggi.

“La facciata è lunga, ma affatto monotona e quel ritmo scandito in modo così scorrevole non stanca, anzi accresce il piacere dell’osservare, ammirando. L’ingresso   è   molto   fuori   simmetria, ma  si  vedrà  la  ragione;  vi  sono  quattro  finestre a sera di esso e quattordici a mattina; …… Il  cornicione  porta,  tra  le  volute delle mensole, deliziosi bassorilievi con putti, mascheroni, panoplie ecc. e sopra, quali docce di gronda, delle mezze figure di donne ignude che sostengono il canalino dell’acqua. ….. Anche  il  portale  è  notevole:  su  alti  piedistalli,  due  possenti  telamoni,  unici  nel  loro  genere in Brescia, che raffigurano uomini barbuti con turbante,  senza  braccia  e  con  piedi  cospicui  («i pè de casa Sigola» diceva il popolo) sostengono frammenti  di  trabeazione  che  fanno  da  mensola al  bellissimo  balcone  di  marmo.” (Fausto Lechi, vol.III)

 La facciata di Palazzo Maggi Cigola Fenaroli è disposta su due registri, il piano terra presenta un bugnato rustico e finestre con cornici semplici; il piano nobile presenta delle paraste corinzie e finestre a edicola con timpani triangolari su un fondo di bugnato liscio. L’effetto bugnato è ottenuto senza l’utilizzo di pietra, con una tecnica rara a Brescia ma usata a Milano e in pianura per la carenza di pietra nelle vicinanze; al piano terra è ottenuto scalpellando i mattoni fino a dargli la forma di grossi blocchi di pietra e rifinendoli poi con intonaco, mentre al piano superiore l’effetto è ottenuto incidendo l’intonaco. Questa tecnica è stata usata da Bramante a Roma e utilizzata in zona anche da Michele Sanmicheli a Verona e da Giulio Romano a Mantova.

La parte seicentesca della facciata su via cattaneo è stata quasi completamente ripresa da quella del Cinquecento e continua anche oltre l’angolo con piazza Tebaldo Brusato fino al portale, dove cambia stile; con grosse lesene che terminano in grosse mensole che sostengono la balconata. La disposizione delle finestre rimane la stessa ma a rompere l’armonia vi sono quattro di queste di dimensioni maggiori, come pure la portafinestra centrale ad arco.  

“Nell’interno  del  palazzo  vi  sono  due  cortili (ora unificati) che indicano, nella loro struttura, due epoche distanti,  quasi  due  secoli  fra  loro.  Il  cortile  a sera, cui si accede dal portale testé descritto, ha tutto  l’aspetto  del  primissimo  Cinquecento,  forse anche degli ultimi decenni del secolo precedente, così che si può presumere che questa porzione del palazzo, sorta sul finire del sec. XV, abbia avuto la sua facciata sulla strada col portale  in  posizione  simmetrica  in  pieno  sec.  XVI e che  poi  questa  facciata  sia  stata  prolungata  e girata sul Mercato nuovo (piazza T. Brusato) nel sec. XVII. …..” (Fausto Lechi, vol.III).

A sinistra del cortile si trova lo scalone di grandi dimensioni che porta al piano nobile e giunge su quella che era una loggia con esili colonne, successivamente chiusa e diventata così una galleria con un soffitto piano in legno con rosoni e cornici intagliate, originale del Cinquecento; il soffitto a cassettoni si trova anche nel salone sul lato verso via Cattaneo ed è una rarità per Brescia per la ricchezza di intagli di cui è fornito. Continuando si trovano altre sale con decorazioni più recenti essendo la parte “nuova” del fabbricato; tra le varie, “la sala da  pranzo  ha  sulle  pareti  delle  finte  lesene  e  al centro tre quadri con paesaggi: sono i tre luoghi di   villeggiatura   dei   Cigola:   Muslone   sul   lago di Garda, il feudo da poco acquistato dai Bucelleni, è dipinto con molta fantasia e nessuna aderenza  alla  realtà;  ma ciò  che premeva  far  risaltare  era la  scena dello  sbarco del nobile signore che dalla città si era recato a Salò e da lì si era imbarcato  per  giungere  più  agevolmente  a  Gargnano  indi  salire  a  Muslone;  in  un’altra  tela  il conte  arriva  in  berlina,  col  tiro  a  quattro  cavalli, alla villa di Bassano già dei Luzzago; nell’ultima la famiglia è a Seniga nella villa ereditata dai Poncarali  ed  è  scesa  a  caccia  nei  boschi  in  riva all’Oglio.” ……….. “Per concludere, secondo le nostre ricerche, la storia della formazione di questo bel palazzo avvenne in questo modo:

a)  la  parte  corrispondente  al  cortiletto  delle scuderie ed al corrile rinascimentale attiguo, con la corrispondente porzione di facciata, portale compreso, verso via C. Cattaneo (allora il palazzo aveva la facciata simmetrica essendovi quattro finestre a sera e quattro a mattina della finestra centrale  del  balcone)  venne  costruita  dai  Maggi  e precisamente  da  Giacomo  q.  Ugolotto  c  da  suo figlio Giovanni nella prima metà del Cinquecento. S’intende che anche il salone a cassettoni, la galleria  e  le  sale  attigue  sono  di  quest’epoca  (ria­ dattate dai Cigola nel Settecento); così dicasi dello scalone così ripido e dai gradini sagomati, creato  forse  nella  seconda  metà  del  secolo.  I  Maggi vi abitarono sino ai primi anni del Seicento. b)  la  parte  corrispondente  al  cortile  seicentesco verso mattina venne costruita dai Cigola e precisamente  da  Gio.  Battista  (n.  1629)  attorno  al 1670, è suo il proseguimento della facciata su via C. Cattaneo, riprendendo fedelmente l’antico disegno (basta osservare i bassorilievi tra le volute delle mensole che hanno tutt’altro sapore di scultura), sua la cantonata e la facciata non molto felice verso piazza T. Brusato.” (Fausto Lechi, vol.III).